martedì 16 luglio 2024
Cgil e Uil del distretto di Sassuolo commentano positivamente l’adozione della delibera del Comune di Fiorano Modenese che obbliga le imprese impiegate negli appalti comunali a garantire un salario minimo di 9 euro l’ora e l’adozione del corretto contratto nazionale di lavoro. “E’ sicuramente una notizia positiva che un’Amministrazione importante come quella di Fiorano abbia aperto la consigliatura con un atto di forte valore per tutti i lavoratori – dichiarano Alessandro De Nicola coordinatore CGIL del distretto di Sassuolo e Roberto Rinaldi segretario UIL Modena e Reggio Emilia – riteniamo la delibera frutto del percorso che ci ha portato a sottoscrivere il Patto per il lavoro e per il clima del 2023 condividendo la necessità di aprire una riflessione sul nuovo codice degli appalti, sulla tutela dell’occupazione e della salvaguardia della qualità della stessa.” Ed è proprio in seno al Patto per clima ed il lavoro del distretto che – a giudizio di Cgil e Uil – si deve aprire una discussione di più ampio respiro sia a livello territoriale che in termini di contenuti. “La tutela dei salari dei lavoratori è un tema unitario – continuano De Nicola e Rinaldi - è necessario quindi darsi un metodo di lavoro più strutturato dove le iniziative di tutela non sono patrimonio di un solo comune, ma di tutti i comuni del distretto e di tutti i soggetti del Patto per il clima e il lavoro”. Per Cgil e Uil il salario minimo così come la corretta individuazione dei contratti nazionali da applicare ai lavoratori sono tasselli di un mosaico che deve contemplare anche la sicurezza sul lavoro, la tenuta occupazionale e la continuità dei livelli reddituali nei passaggi di appalto da una ditta ad un’altra. L’esperienza ha dimostrato che molto spesso nei passaggi di appalto da una ditta ad un’altra i lavoratori perdono retribuzione per effetto di riduzioni orarie di appalti che, formalmente assegnati sulla base della procedura economicamente più vantaggiosa, sono in realtà assegnati con il criterio dell’offerta economica al massimo ribasso. “Infine - concludono Cgil e Uil - anche se la delibera per garantire ai lavoratori un salario minimo non inferiore ai 9 euro l’ora e la corretta individuazione dei contratti nazionali riguarda il mondo degli appalti pubblici, dobbiamo sottolineare che siamo in un distretto dove il ricorso agli appalti e ai subappalti anche da parte delle imprese private è molto diffuso. Qual è la situazione in questo ambito? Che diritti, tutele, retribuzioni hanno questi lavoratori che giornalmente condividono luogo e strumenti di lavoro con i dipendenti diretti di aziende note e prestigiose del territorio? Purtroppo su questo fronte registriamo un desolante silenzio da parte delle associazioni datoriali, grandi o piccole che siano. Silenzio che sfidiamo chiedendo di aprire un confronto anche sulla situazione degli appalti nelle imprese private”.