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Mancata surroga consigliere, si pronuncia il Prefetto. Reginato: “soddisfatto dalla risposta”

Mancata surroga consigliere, si pronuncia il Prefetto. Reginato: “soddisfatto dalla risposta”

mercoledì 10 agosto 2022
di Paolo Braglia

Il Prefetto di Modena, rispondendo ad una lettera del presidente del consiglio comunale Alessandro Reginato (in foto), si pronuncia in merito alla mancata surroga di un consigliere dimissionario nella seduta del consiglio comunale del 28 luglio. La surroga fu bloccata da una sospensiva sulla delibera approvata con i voti di minoranza e gruppo misto, che contestavano modalità e tempi di comunicazione della surroga stessa (poi votata all’unanimità nella seduta del 1 agosto). Nella lettera il Prefetto fa sapere che si ritiene che il presidente del consiglio comunale “avrebbe potuto legittimamente procedere alla surroga, senza dover sottoporre a votazione la richiesta di sospensiva avanzata dalla minoranza”, vista la natura “obbligatoria della deliberazione di surroga di un consigliere dimissionario, in quanto, secondo un costante orientamento giurisprudenziale, atto necessario e dovuto”.
“Sono molto soddisfatto di questa risposta – scrive in una nota Reginato - perché certifica la correttezza nell’avere sciolto arbitrariamente la capigruppo e aver portato in discussione il punto all’ordine del giorno nonostante i consiglieri di minoranza e del gruppo misto non fossero d’accordo”. “Il Prefetto dice che avrei potuto non accettare la richiesta del consigliere Montorsi di porre la sospensiva, ma – precisa Reginato - come ho detto in risposta all’intervento del consigliere Gualmini all’apertura del consiglio dell’1 agosto, per il rispetto che ho del consiglio e dei consiglieri tutti, ho lasciato che si svolgesse la votazione”. Reginato specifica poi che la sfiducia del presidente del consiglio, altro tema centrale nella seduta di fine luglio, non è regolamentata dal TUEL o da altro regolamento: “A mio avviso questo è dovuto al fatto che si vuole tutelare la figura super partes del presidente e che lo stesso non può essere rimosso solo perché non va più bene, in modo arbitrario e senza motivazioni, a 8 consiglieri su 16. Se nell'esercizio delle mie funzioni non mi sono ispirato al criterio della imparzialità, intervenendo a tutela delle prerogative del consiglio e dei diritti dei singoli consiglieri, invito, chi non si è ritenuto tutelato, a farne segnalazione all’autorità competente che provvederà nel caso a sollevarmi dal mio incarico”.