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Fermata produttiva e totale: parla Federica Minozzi AD di Iris Group

Fermata produttiva e totale: parla Federica Minozzi AD di Iris Group

martedì 24 marzo 2020

“Il nostro Gruppo aveva già preso consapevolezza della gravità del Covid-19 e avevamo da subito attivato il protocollo di sicurezza anti-contagio per la tutela delle persone in tutte le unità produttive e in tutti i siti amministrativi del gruppo. Abbiamo provveduto quindi a fornire i nostri dipendenti dei presidi di protezione indispensabili, quali guanti e mascherine, abbiamo predisposto le linee di produzione e di spedizione affinchè si potessero rispettare le distanze di un metro consigliate, a tal punto che quando uscì il Dcpm dell’11 marzo e il protocollo di sicurezza sottoscritto dal governo con l’intesa di imprenditori e sindacati, noi eravamo già perfettamente allineati e in alcuni casi anche più tutelativi rispetto ai tredici punti previsti a garanzia della salute dei lavoratori. Aggiungo che le linee di produzione dei nostri impianti, già in normale attività di funzionamento, non sono labour intensive, si tratta di linee altamente tecnologiche ed automatizzate, pertanto i singoli addetti godono di spazi molto ampi e la natura dell’attività produttiva non richiede attività di team.  In tutti gli uffici, invece, avevamo già dal 9 marzo, consentito ai collaboratori di scegliere tra lo smart working e le ferie retribuite per soddisfare le loro esigenze familiari e personali, nel rispetto del diritto primario alla salute.
Potendo quindi garantire, per tutto quanto in nostro potere, la tutela della salute, avevamo deciso, anche in funzione del numeroso portafoglio ordini, di proseguire regolarmente l’attività di produzione e spedizione. Oggi prendiamo atto delle nuove misure contenitive decise con DPCM del 22 marzo e ci adeguiamo alle richieste di chiusura degli impianti produttivi non ritenuti strettamente essenziali. Riteniamo che tale drastica decisione sia stata dettata più che da un reale rischio di contagio insito negli ambienti produttivi, dalla situazione attuale di estrema difficoltà. Tuttavia, prima della chiusura ed entro il 25 marzo, completeremo le spedizioni degli ordini urgenti in consegna al fine di garantire ai nostri clienti nel mondo il servizio di cui necessitano. Contestualmente porteremo i forni ad una temperatura minima, che ci consentirà di non danneggiare gli impianti e di ritornare a produrre a pieno regime a partire dal 6 aprile, per poter ottemperare agli impegni improrogabili assunti con i clienti di tutto il mondo, che attendono i nostri prodotti per completare progetti in corso d’opera. Nei giorni di “chiusura forzata”, usufruiremo di una procedura di CIGO per 242 dipendenti.”